Domenica 30 ottobre, a partire dalle 10.30 e per tutto il giorno, Frascati sarà al centro di una bella iniziativa, promossa da chi ha voluto aderire al Patto Locale per la Lettura. Leggere Frascati è qualcosa di fresco, non convenzionale, divertente, pensato per coinvolgere tutta la cittadinanza e promuovere la lettura nelle vie e nelle piazze della città. Alle 17.00 verrà presentato, alle Scuderie Aldobrandini, il Manifesto del Patto Locale per la Lettura, in un evento aperto a tutti.

Ne abbiamo voluto parlare con Giulio Bargelli, delegato all’innovazione culturale, storico dell’arte e persona dalle grandi e variegate qualità.

Ciao Giulio, ci hai confessato di non aspettarti un’intervista, ma noi di Lifestyle siamo poco convenzionali, e quindi ti tocca. Sei stato un fruitore molto attivo della Biblioteca di Frascati. Quanto c’è del tuo vissuto e di quell’esperienza alla base di questa bella iniziativa?

Sinceramente penso di essere stato molto fortunato nell’aver potuto frequentare un luogo così straordinario, al quale sono particolarmente legato. Mi ha dato tanto in termini di crescita culturale e soprattutto ha alimentato enormemente la mia voglia di mettermi in gioco per la mia città, come già successo in precedenza con il progetto Cura Frascati.
Leggere per Frascati nasce quindi sicuramente da quell’esperienza, ma anche dall’idea che mi sono fatto negli anni del concetto di cultura: un qualcosa che purtroppo viene ancora largamente percepito come noioso o, nei casi migliori, come puro divertimento, ma che in realtà dovrebbe ricoprire un ruolo di fondamentale importanza nelle dinamiche della vita di tutti i giorni, come mezzo di scambio, di confronto e di partecipazione, di divertimento e di crescita, dal quale passa la formazione di una cittadinanza sana.

Quali sono le azioni proposte, con quale finalità e come si svolgeranno i diversi momenti?

L’evento è stato concepito come un grande flashmob, fatto di tante iniziative che verranno realizzate in simultanea nelle diverse piazze e vie di Frascati dagli aderenti al Patto Locale per la Lettura, che voglio ancora una volta ringraziare.
Ci saranno momenti di lettura ad alta voce non convenzionali, letture in musica di celebri versi in latino, tanti laboratori creativi, performance di danza, momenti dedicati alla convivialità e alla lettura, giochi a premi, un corteo letterario e la proiezione di un documentario.
Il tutto si concluderà alle ore 17 alle scuderie Aldobrandini dove, alla presenza direttore del Cepell, Angelo Piero Cappello, verrà raccontato alla cittadinanza che cos’è il Patto Locale per la Lettura e quali sono i termini per aderire.

l'evento è stato concepito come un grande flashmob, fatto di tante iniziative non convenzionali che si svolgeranno nelle diverse piazze e vie di Frascati

Da appassionato e studioso di storia dell’arte, cosa pensi della letteratura figurativa? Parliamo del fumetto e di graphic novels. Hai delle preferenze? Ci suggerisci qualcosa?

Penso che il fumetto possa essere uno strumento importantissimo per la promozione della lettura e dell’arte, da utilizzare per trattare tematiche importanti. In questo senso, mi sento di consigliare due artisti: il primo è Alec Trenta che per Laterza ha recentemente pubblicato Barba. Storia di come sono nato due volte, una graphic novel nella quale l’artista racconta in maniera straordinaria del suo passaggio da donna a uomo, ma anche e soprattutto da uno stato di disforia ad uno di euforia. Una persona stupenda, molto legata a Frascati, che tra le altre cose ha voluto dare un suo contributo al Patto Locale di Frascati, disegnandone il logo.
L’altra artista che mi sento di consigliare, anche se non parliamo esattamente di fumetti, è Elisa Seitzinger, della quale questa estate ho avuto la fortuna di ammirare una bellissima mostra al Forte Malatesta di Ascoli. Una visual artist pazzesca che, prendendo ispirazione dai bestiari medievali, dalle cattedrali gotiche e dai tarocchi, ha realizzato splendide illustrazioni, ad esempio, per Barilla, per la Fashion Week di Milano e per Vinicio Capossela.

La Sindaca di Frascati Francesca Sbardella ti ha delegato all’innovazione culturale. Raccontaci di un progetto che ti piacerebbe davvero realizzare per la tua città, e per il quale ci metterai tutto il tuo impegno durante il tuo mandato.

Sicuramente mi piacerebbe poter coordinare la realizzazione del progetto di valorizzazione pensato per il Parco di Villa Torlonia, presentato lo scorso marzo nell’ambito del PNRR sui giardini storici.
Un progetto ambizioso che, se portato a termine, permetterebbe di restituire alla cittadinanza un luogo vivo, riconoscendone la sua importanza storica, artistica e botanica, attraverso interventi di valorizzazione e tutela innovativi, con i quali poter garantire la piena ed inclusiva fruizione del luogo.
Un altro progetto che mi piacerebbe poter portare avanti sarebbe quello di implementare il percorso di visita alle Scuderie Aldobrandini, creando diversi itinerari in grando di agevolare ed incentivare la visita di diverse categorie di fruitori, partendo dai più giovani. Questo si potrebbe fare attivando un progetto didattico nelle scuole basato sul principio del peer to peer, per cui sono i ragazzi che identificano le opere più importanti da evidenziare lungo la visita, che realizzano l’identità grafica e le descrizioni della collezione destinate ai loro coetanei.

Giulio Bargelli, musicista. Cosa ti hanno dato l’esperienza sul palco con i Pillow Fight e tutti i progetti successivi? Qual è il ruolo della musica nella cultura di oggi?

Quella con i Pillow Fight è stata un’esperienza altamente determinante, che ha avuto un impatto importantissimo sulla mia crescita, sotto molti punti di vista. Mi ha reso, per esempio, una persona estremamente metodica: il mio modo di approcciare un concerto, caratterizzato da una preparazione in alcuni casi forse eccessiva e dalla cura di ogni minimo particolare, me lo sono portato dietro a lungo nello studio e nel lavoro. E poi mi ha reso una persona socialmente aperta.
Per quanto riguarda il ruolo della musica, non penso sia cambiato molto rispetto agli anni passati. Rispetto a qualche tempo fa forse si suona di meno in termini di band. Ai tempi dei Pillow c’era sicuramente più movimento, c’era un underground bello sviluppato che era fonte di scambio e di crescita. Adesso mi sembra di vedere che si tende più all’espressione artistica in solitaria. Poi ovviamente siamo sempre nella patria del cantautorato. Però ecco, in questo senso penso che il successo internazionale dei Måneskin possa essere, per il nostro paese, un veicolo importante per avvicinare i più alla musica. E quindi, per concludere, penso che, se praticata, la musica possa costituire un ottimo strumento per l’autoaffermazione personale, per la promozione della creatività e dello scambio culturale.

Arriva Halloween, non proprio una festa nostrana. Che fai, ti travesti o resti a casa a fare altro?

Certo che mi maschero! Mi diverte un sacco l’idea. L’anno scorso, per esempio, ho provato a costruirmi il costume di un cereal killer: un’enorme scatola di cereali Kellog’s con infilato dentro un pugnale…
Quest’anno vorrei provare con un qualche costume da collegare alle ali da pipistrello che ho comprato per il mio cane Sherlock. Ci sto lavorando…

Abbiamo una gita culturale in sospeso. Ora che la pandemia è finalmente alle spalle, dove andiamo?

Una cosa che ultimamente sto pensando di voler fare è andare alla Biennale di Venezia. Anche se sono di formazione un modernista e quindi non sono particolarmente esperto della produzione artistica contemporanea, penso che possa essere interessante e altamente stimolante vivere un’esperienza del genere. Poi sarebbe una scusa per andare a vedere gli splendidi teleri del Tintoretto alla scuola grande di San Rocco.
Una cosa molto più semplice invece, e che varrebbe la pena di organizzare è la visita alla mostra “Roma medievale. Il volto perduto della città”, inaugurata il 20 ottobre a Palazzo Braschi.
Un percorso straordinario, per riscoprire il volto perduto della Roma fra VI e XIV secolo e il suo ruolo cardine nell’Europa cristiana e medievale.