La bellezza rimasta è l’ultimo romanzo della Dott.ssa Roberta Zanzonico. La protagonista, la signora Chiara, è una donna anziana che da ormai dieci anni vive nel passato poiché afflitta da una condizione che non le permette più di formare nuovi ricordi.

La bellezza rimasta è l’ultimo romanzo della Dott.ssa Roberta Zanzonico. La
protagnista, la signora Chiara, è una donna anziana che da ormai dieci anni vive nel
passato poiché afflitta da una condizione che non le permette più di formare nuovi
ricordi. Solo le memorie precedenti alla malattia sono preservate. Una condizione
singolare, causata da anni di abuso di alcol, con un risvolto inatteso: permette, a chi
parla con la signora Chiara, di tornare indietro a un momento nel tempo in cui la vita
era sembrata gentile.

La donna non ricorda, per esempio, che Gioacchino, l’unico figlio del Signor Morbidelli, è guercio poiché ha perso il senno e in un episodio psicotico si è strappato via un occhio. Giacché la Signora Chiara ignora la realtà presente, continua a chiedere al padre, di quel figlio bello e promettente di pochi anni prima. Mentre la gente del paese sogghigna alla vista del Signor Morbidelli, la donna è l’unica a riservargli la stessa cortesia di una volta. Sarà così che l’uomo si troverà a cercare la smemorata nella speranza di rivivere attraverso lei i giorni andati. A uno a uno, gli abitanti del paesino si sederanno al tavolo della Signora Chiara per ricevere la stessa consolazione: tornare indietro a quando si era (o si pensava di essere) felici.
Non è forse più semplice tornare indietro che andare avanti? Eppure, la memoria, come alcuni capiranno con amarezza, è un posto alimentato più dall’immaginazione che dalla realtà, che rischia di anestetizzare e infine intrappolare i più vulnerabili, così da precludere loro la possibilità di vivere ancora.

Chi è Roberta Zanzonico
Sono un medico psichiatra originaria di Rocca Di Papa. Diplomata al liceo scientifico Bruno Touschek di Grottaferata, ho poi studiato medicina all’università Campus Bio- Medico di Roma. Mi sono specializzata in psichiatria negli Stati Uniti, dove continuo

ad esercitare la mia professione e a insegnare all’università.

La bellezza rimasta” da dove arriva questo libro? Ci sono spunti autobiografici?
Il romanzo parla di una donna di settant’anni che da ormai dieci anni non riesce a formare nuove memorie. La patologia ha un risvolto inatteso: permette, a chi parla con lei, di tornare indietro ai giorni in cui la vita era sembrata gentile. Il passato diventa quindi un luogo di evasione dalla realtà. Molti degli spunti vengono dalla mia professione: mi sono interfacciata con pazienti affetti dalla stessa sindrome di cui soffre la protagonista, ma ho anche incontrato tante persone nostalgiche e incapaci di vivere nel presente. Per quanto riguarda lo spunto autobiografico, ci fu un evento che accadde quando avevo diciannove anni e che mi ha dato la prima idea per il libro. 

All’epoca, mi innamorai e poco dopo vidi quella breve relazione finire. Un giorno entrai in un bar, ancora scossa dalla fine recente di quell’amore, e un ragazzo al bacone mi chiese “sola oggi?” (implicando che non ero con il giovane uomo con cui mi aveva visto fino a pochi giorni prima). Per un momento, ho pensato che avrei potuto mentire e rispondere che non ero sola, che lui mi aspettava fuori, che non era cambiato nulla, che quell’amore non era finito, che io ero rimasta ferma ai giorni felici. Non riuscii a dire nulla, ma fu in quel momento che ebbi quest’idea che poi ho ripreso nel romanzo, ossia che se c’è anche solo una persona che crede ancora in una realtà (seppure perduta), allora quella realtà può esistere nuovamente anche per qualcun altro.

Filaccione è il luogo dove è ambientata questa storia, un luogo della fantasia, un luogo della mente ma si potrebbe definire anche un non luogo, come un aeroporto o una stazione, dove si incontrano mille storie che faticano a
definirsi? 
Filaccione è un paese immaginario dove persone irrisolte cercano nel passato una felicità perduta. C’è una stazione verso cui la protagonista si incammina cercando la fuga da un presente deludente. Come lei, tutti a Filaccione cercano la fuga, perché il presente sembra insopportabile. Si rifugiano quindi nel passato tramite le conversazioni con la protagonista, così da potersi illudere di vivere ancora i giorni andati. Mentre il romanzo potrebbe sembrare quasi una fiaba, questo finisce per raccontare le fragilità comuni a tutti, e Filaccione diventa un luogo reale, fatto delle vulnerabilità proprie della condizione umana.

Ci sono già state delle presentazioni?
La prima presentazione sarà il 19 Dicembre alle ore 18 al Caffè Letterario di Roma. Il
3 Dicembre sarò tutto il giorno alla Libreria Cavour Ubik di Frascati per un
firmacopie.

Per scrivere bisogna aver letto tanto, quali sono I tuoi autori preferiti da chi prendi ispirazione?
Mi piace la complessità dei personaggi di Gabriel Garcia Marquez e Isabel Allende,
ma anche l’assurdo e il grottesco di Chuck Pahalniuk e Niccolò Ammaniti.

Roberta oltre la scrittrice e oltre i suoi libri. Dove ti piacerebbe arrivare?
Penso di essere esattamente dove sarei voluta arrivare, e mi piacerebbe continuare
a coltivare le mie passioni di oggi: la medicina, la musica e la scrittura. Sono anche
un’accanita viaggiatrice e spero di poter continuare a esplorare il mondo.

La prima presentazione sarà il 19 Dicembre alle ore 18 al Caffè Letterario di Roma. Il 3 Dicembre sarò tutto il giorno alla Libreria Cavour Ubik di Frascati per un firmacopie.

Domanda di Marzulliani echi: La bellezza rimasta, ma cosa rimane oggi della bellezza del mondo? 
Nel mio romanzo si parla della bellezza che rimane nei nostri ricordi. Si evince che non esiste un passato oggettivo, ma quello che noi ricordiamo, a volte epurato dalle
parti negative e a volte anche abbellito con elementi fantasiosi. Quel che rimane
della bellezza è quel che noi ricordiamo, una narrativa che ci raccontiamo, che non
necessariamente corrisponde alla realtà.