Nel Central Bazar di Bukhara ho rivisto l’Asia. In una nazione così ordinata e precisa, non credevo di ritrovare uno spaccato dell’Asia vera, quella che da tempo mi appassiona e mi spinge a visitarla e studiarne tradizioni e popoli. 

Proprio qui, in Asia centrale, sull’itinerario cardine della Via della Seta uzbeka, quei colori e profumi caratteristici del continente asiatico si palesano in un’area vastissima di bancarelle e banchi di cibo, frutta, abbigliamento, beni di prima necessità.

Ho visitato il Central Bazar di Domenica mattina, quando le famiglie spendono la prima parte del giorno per fare la spesa della settimana. Un brulichio di persone, delle più disparate età e classi sociali, che si affrettano e contrattano, che sussurrano e stringono buste e sacchi colorati.

Qui il tempo scorre tra i profumi delle spezie, dei barbecue all’aperto che portano in cottura gli spiedini di carne tipici uzbeki, e gli insetti che vengono attirati dal miele venduto al litro.

Ci sono soprattutto donne che vendono e contrattano con altre donne, accompagnate da figlie o nipoti; giovani ragazzi sono impegnati a trasportare la merce su grandi carrelli, gli uomini più anziani si trovano soprattutto nell’area dedicata all’esposizione e alla vendita delle spezie.

Lontano un paio di chilometri dalla Bukhara perfetta di ocra chiara, nel cuore dell’Uzbekistan, prende forma quel caleidoscopio di vita quotidiana che solo l’Asia sa regalare.

Non tutti trovano posto sui banchi del bazar; nascono, quindi, bancarelle improvvisate su tappeti consunti o direttamente dall’interno dei furgoncini che trasportano frutta e verdura.

Lontano un paio di chilometri dalla Bukhara perfetta di ocra chiara, nel cuore dell’Uzbekistan, prende forma quel caleidoscopio di vita quotidiana che solo l’Asia sa regalare.