Ci fa piacere – un enorme piacere – intervistare Cristiano Cucina, nerd, fumettista, insegnante. Cristiano, castellano d’adozione, è uno dei disegnatori di Dragonero, la fortunata serie Bonelli ambientata nel magico mondo dell’Erondar.

Dagli inizi della sua passione verso le vignette e i disegni ai progetti futuri, passando per le fasi di creazione, Cristiano ci ha rilasciato un’intervista esclusiva ricca di spunti e di curiosità. Conosciamolo meglio.

Quando il primo fumetto letto? E, soprattutto, che cosa stavi leggendo?
Lo ricordo come se fosse ieri. Si trattava di “Metal hurlant”, la rivista che circolava e di cui venni in possesso grazie a mio zio. Da qui scoprii Jean Giraud, Moebius… e fu subito folgorazione.

Come sei cresciuto nel tempo? Esistono degli “allenamenti per fumettisti”?
Sono sempre cresciuto cibandomi avidamente di qualsiasi fumetto mi capitasse.
Sempre grazie a mio zio circolava ottima roba: supereroi, Edizioni Corno, Totem, Linus, Andrea Pazienza. L’allenamento era ed è rimasto costante: una passione che brucia.

Disegno digitale e disegno tradizionale: quali i pro e i contro?
Il digitale è una grande evoluzione ed un grande aiuto in termini di correzioni e sperimentazioni. Realizzo frequentemente illustrazioni completamente in digitale, ma mi trovo in una fase ibrida: lo utilizzo molto per i layout e per effetti vari, compresa la pulitura delle tavole. Ma finché posso sporcarmi ancora le mani, vado avanti con la china. In generale, l’unica pecca del digitale è non avere poi in mano un originale.

Ian, Gmor o Sera, i tre protagonisti di Dragonero: a quale dei tre personaggi ti senti più vicino per personalità e carattere?
Gmor, senza dubbio!

Le prime tre serie tv che consiglieresti ai lettori di Lifestyle Castelli Romani.
Ce ne sono molte, tutt’ora in corso. Per me sono assolutamente da vedere, senza se e senza ma, “I Soprano”, “Madmen” “The shield”.

Ti commissionano un albo. Entriamo per un attimo nel tuo studio. Come sono organizzati i flussi di lavoro? Hai una ritualità che rispetti? 
I miei flussi di lavoro sono molto ordinari. Se non prendi questo lavoro come uno normale difficilmente riesci a viverci. Leggo la sceneggiatura, amplio la documentazione – su Dragonero è tantissima -, creo i character design dei personaggi nuovi o dei mostri demoni bestiari o delle ambientazioni. Poi mi occupo del layout per visualizzare le pagine, controllo e mi confronto con lo sceneggiatore, infine matite definitive e chine. Di solito parliamo di una pagina ogni due giorni.

Sei un insegnante della Scuola Romana dei Fumetti. Qual è il trend delle nuove generazioni che si iscrivono per imparare: a che percorso formativo sono più orientati?
Il trend nella scuola è molto variegato, proprio per le enormi proposte che la scuola offre. In generale è un trend positivo e sempre in crescita. Il corso che porto avanti insieme ad Elena Casagrande è un corso ampio e variegato: si tratta di inchiostrazione e resa finale del prodotto, fino ad arrivare al digitale.

I tuoi progetti futuri, ma non dimenticare Dragonero!
Ho un po’ di progetti in cantiere, ma non posso svelarli. Attualmente sono al lavoro su un nuovo albo di Dragonero, dopo i “Ribelli”. Molto tosto…