Qualche anno fa, se mi avessero detto che avrei usato la bicicletta per raggiungere l’ufficio, per di più a Roma, probabilmente avrei riso in faccia al mio interlocutore; oggi posso dire che da ormai due anni raggiungo il posto di lavoro con la mia fida bicicletta. Cosa è cambiato? Roma è diventata “bike friendly”, sono nate e cresciute molte ciclabili e l’utilizzo della bicicletta è incoraggiato dalla velocità media dei mezzi di trasporto pubblico che è tra le più basse d’Italia.

Non è tutto oro ciò che luccica ovviamente, i problemi sono tantissimi e utilizzare la bici tutti i giorni è faticoso, non tanto fisicamente, quanto a livello psicologico, in definitiva bisogna passare sopra ai tanti soprusi di cui si è vittima: ciclabili fatte male e utilizzate come parcheggi, motorini che le utilizzano come piste personali (spesso rischiando di far male a chi le usa a ragione con la bici), sporcizia, forature, in una parola, Roma. Se però continuo ad utilizzarla è perché per fare gli 8km che mi separano dal mio ufficio in centro ci metto 25 minuti, con i mezzi ce ne metto quasi 60.

È di pochi giorni fa la notizia che il Sub Commissario Prefettizio di Grottaferrata, Davide Lo Castro, con la Delibera N. 9 del 20 gennaio 2022, ha dato parere favorevole in merito alla regolarità tecnica ed economica del progetto di fattibilità della pista ciclabile tra Grottaferrata e Frascati. Un progetto di cui si parla ormai da anni e che collegherebbe con la mobilità dolce le due cittadine.

una cultura che qui in Italia, pardon, qui al centrosud è ancora dura da digerire, quella appunto della mobilità dolce.

Tutto bello bellissimo se non fosse che sui social si è scatenata la guerra tra automobilisti e ciclisti; i primi lamentano il futuro restringimento della carreggiata con conseguente aumento del traffico e diminuzione dei parcheggi, i secondi si fanno portavoce di una cultura che qui in Italia, pardon, qui al centrosud è ancora dura da digerire, quella appunto della mobilità dolce.

Diciamocelo senza problemi, siamo diventati dipendenti dalla macchina e spesso la prendiamo anche per fare uno o due km, ma in effetti, quanti sono uno o due chilometri? Quanto ci vuole a piedi e quanto ci vuole in bici?
Considerate che una persona, in città a passo svelto e in piano, raggiunge circa 4/5km orari, questo significa che per fare due chilometri ci metterebbe circa 15 minuti, in bici ce ne vorrebbero 4, in auto in orario di punta ce ne vorrebbero tra i 6 e i 10 e inoltre va cercato (e trovato) parcheggio.
Cosa vogliono dire tutti questi numeri? Che in definitiva sulle distanze brevi la macchina non conviene sia per tempo di percorrenza, sia a livello economico, probabilmente la vediamo come qualcosa di più comodo, ma imparare a contare sulle proprie gambe è un esercizio che fa bene alla mente, al corpo e alla città, quindi, alla comunità e questa è un’altra lezione che dovremmo imparare e fare nostra più di qualsiasi altra: la comunità siamo noi.