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Dopo il tuffo rétro dello scorso anno, Vinalia Priora ha cambiato spartito. Niente più piatti del 1985 (non ce ne vogliano gli organizzatori), ma una sinfonia di sapori freschi, locali e finalmente contemporanei. La cena inaugurale, andata in scena all’Olivella di Frascati, ha segnato l’avvio di una manifestazione che, anno dopo anno, si allarga, si affina e fa innamorare.

Nel cuore dei Castelli Romani, con Roma che si stende all’orizzonte con il suo tappeto di luci, la terrazza dell’Olivella ha ospitato una serata che ha messo insieme gastronomia e istituzioni, vino e visione. Presenti numerosi sindaci del territorio, tra cui Francesca Sbardella (Frascati), Francesco Ferri (Montecompatri), Massimiliano “Micheal Knight” Pulcini (Monte Porzio Catone) e Stefano Cecchi, primo cittadino di Marino – Comune capofila della rete che ha ottenuto per il 2025 il titolo di “Città Italiana del Vino”.
A fare gli onori di casa, l’assessore all’Agricoltura di Frascati Claudio Cerroni, mattatore della serata, che ha ricordato come “piantare una vigna sia un investimento di tempo”. «Non è come seminare grano – ha detto – il vino richiede pazienza, dedizione. Lo sapeva anche il Papa, che acquistò una vigna a Castel Gandolfo. La vite è una promessa al futuro».

La vicepresidente del Consiglio Regionale, Roberta Angelilli, ha sottolineato l’importanza del vino come progetto collettivo: «Unisce sapere, competenza, innovazione. E racconta il lavoro quotidiano di tante aziende che fanno del Lazio una regione d’eccellenza».
Andrea Evangelisti, presidente del Consorzio, ha invece ricordato quanto sia importante “difendere i vigneti eroici, stretti tra la bellezza del paesaggio e la pressione delle grandi metropoli”. Una missione che si fa ancora più urgente visti i cambiamenti climatici che stanno radicalmente cambiando anche il modo di fare vino.
“difendere i vigneti eroici, stretti tra la bellezza del paesaggio e la pressione delle grandi metropoli”
Tra un applauso e un calice, il menù dell’ottimo Claudio Carfagna, ha fatto il resto. Si è cominciato con la Vignarola tiepida, ribattezzata “l’orto di primavera tra i filari dell’Olivella”, carciofi fritti, piselli e fave serviti su un letto di mousse di carciofi e si è proseguito con un tonnarello cacio e pepe arricchito da baccalà e asparagi: un primo piatto che ha saputo giocare sul filo del comfort food e dell’eleganza.
Come secondo, una meravigliosa faraona ripiena con salsa alla picchiapò, accompagnata da verdure marinate e crema di piselli. E poi, il colpo di teatro: il predessert, dichiarato “sorpresa dello chef”, si è rivelato un piccolo ma perfetto piatto di spaghetti “ajo ojo e peperoncino”. Insolito? Decisamente. Buonissimo? Anche di più. Chef Carfagna ha voluto evidentemente riprendere la tradizione della “pastata” a tarda sera: missione compiuta.
A chiudere il viaggio dei sensi, una cheesecake con fragole e bergamotto, dolce e agrumata, fresca e primaverile, in linea con il resto del percorso gastronomico.

In abbinamento ai piatti, una selezione accurata di etichette del territorio. Tra queste, ha colpito nel segno l’Apà 2024 – Frascati Superiore DOCG della cantina Torre dei Falchi, il vostro inviato se ne è decisamente innamorato.
Nota per dopo: comprarne un paio di casse bottiglie
Tra voci, sorrisi e brindisi, Vinalia Priora 2025 ha confermato la sua vocazione: unire il territorio in un racconto corale, fatto di cultura, convivialità e lungimiranza. E magari anche di una ajo e ojo ben assestata, quando meno te lo aspetti.
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Marco Brancaccia
Giornalista, scrittore, fotografo. Vive un carico di lavatrice alla volta e ha il fisico da alzatore di polemiche.